venerdì 29 marzo 2013

Foto della settimana: le meraviglie del mare

Ingrandimento e messa a fuoco di una medusa
Esemplare di granchio rosso
Tartaruga in apnea

Il meteorite che nel 2036 potrebbe colpire la Terra: ecco perchè non fa paura

Avendo fatto voto di divulgare la scienza per come veramente è, molte volte mi ritrovo a dover smontare gli articoli catastrofisti di molti giornali.
Personaggi come Giacobbo con il suo Voyager hanno vissuto sempre di programmi incentrati sulla teoria apocalittica del 2012, meteoriti e soli che esplodono o inversioni di poli magnetici che non si sa come ne perchè dovrebbero provocare una morte improvvisa di tutta l'umanità.

L'avvistamento del meteorite DA2012 aveva suscitato timore in tutti coloro i quali credevano alle fantasiose teorie sul calendario maya, nonostante addirittura gli stessi ultimi discendenti del popolo sudamericano assicurassero che la fine del mondo non era prossima.

A dire il vero il meteorite in questione ci ha "sfiorati" e ha continuato per la sua strada, negli stessi giorni in cui la Russia veniva bombardata dal corpo celeste esploso in orbita che ha provocato più di mille feriti. I due fenomeni non sono assolutamente collegati. Eppure già qualcuno parla di apocalisse rimandata al 2036, perchè?

Secondo i calcoli degli scienziati il nostro pianeta ha frenato il meteorite, che interagendo a livello gravitazionale con gli altri corpi del Sistema solare sta tornando indietro, e incrocerà di nuovo la Terra nel 2036.

Cadrà sul nostro pianeta? Forse.
Sarà dannoso? Più o meno.

Questo corpo ha circa 50 metri di diametro, quello caduto in Russia ne aveva circa il doppio, inoltre DA2012 impatterebbe ad una velocità relativamente bassa, tale da sviluppare una forza di poco più bassa a quella di una bomba atomica, ma senza fungo e senza radiazioni.
Basterà evacuare la zona.
Insomma signori lettori, chiariamolo una volta per tutte: per provocare una apocalisse degna di questo nome ci vuole un meteorite del diametro di 2/3 kilometri. Tutto il resto sono sassi.

martedì 26 marzo 2013

Project Lazarus: quando la scienza dimostra la risurrezione

L'argomento di sicuro è scottante. Secondo un autorevole giornale scientifico, un team di ricercatori avrebbe dato il via ad un progetto dal nome tanto esplicativo quanto singolare:
"Progetto Lazzaro". 

il fine?
La risurrezione. Cerchiamo di comprendere meglio, prima che qualcuno si lasci andare in grida di giubilo al pensiero di vivere per sempre.

In un articolo sul National Geographic viene illustrato il nuovo obiettivo dei genetisti: resuscitare le specie di animali estinte!

Attraverso la clonazione, infatti, gli scienziati sperano di "riportare in vita" due specie di rane che non avevano fatto in tempo a studiare.
Nel 1973 e nel 1984 vennero infatti scoperti due anfibi completamente sconosciuti agli zoologi, nel 1985 si estinsero con grande disappunto degli zoologi.
Il progetto Lazzaro mira proprio a riportare in vita queste due specie utilizzando alcune cellule prelevate da esemplari conservati in Australia.

Al momento alcuni embrioni hanno attecchito, e ben cinque o sei rane sono nate, vivendo per qualche giorno. Le tecniche di clonazione avanzano e di conseguenza speriamo di potere far vivere più a lungo i frutti di questi esperimenti.


lunedì 25 marzo 2013

La stella che nel medioevo oscurò il Sole per tre settimane.

Una supernova osservabile da una galassia.
1054 D.C., gli scienziati cinesi e indiani raccontano di un secondo sole visibile dalla Terra, per ben 23 giorni quella del nostro Sole è più debole di quella del nuovo astro, e durante la notte rivaleggia con la Luna.

Si trattava di una supernova, distante ben 6.500 anni luce dalla Terra.
scopriamo di cosa si tratta:
Le supernovae sono "stelle ribelli", poichè sono stelle che si ribellano alla propria morte con violenza, infatti una volta finito l'idrogeno, esplodono con forza, proiettando nello spazio enormi quantità di nichel, cobalto, ferro, tungsteno e oro.


SN 1054 non è una delle supernovae più potenti, ne una delle più luminose, tuttavia per la sua posizione di estrema vicinanza alla Terra fu facilmente osservabile.
Oggi tutto ciò che ne rimane è la meravigliosa Nebulosa del granchio, composta dai materiali che ha proiettato nello spazio esplodendo.

La nebulosa del granchio

domenica 24 marzo 2013

Le tre foto della settimana di Scienza e Astronomia

Astronauta saluta dalla stazione spaziale. Sullo sfondo la Terra.
Delfini saltano
Nube di Magellano

L'apocalisse finale: come finirà l'intero Universo?


Ebbene si: se l'Universo ha avuto un inizio, per le immutabili leggi della fisica dovrà anche avere una fine.
Ma come finirà? Esistono principalmente due scuole di pensiero scientifico sulla fine dell'Universo, e dipendono in larga parte dalla materia oscura. Per chi non lo sapesse la materia oscura è un'ipotesi scientifica elaborata negli ultimi anni, l'Universo è talmente grande, che tutta la materia che conosciamo al momento non è abbastanza per supportare la struttura, al punto che dovrebbe già essere collassato da tempo, se ne deduce quindi che esiste un qualche tipo di materia che al momento non siamo in grado di individuare. Gli esperimenti del CERN di Ginevra hanno dato riscontri positive, tanto che sono stati scoperti dei nuovi bosoni.
Fermo restando che l'universo si espande, rimane da capire cosa provocherà questa espansione continua e sempre più veloce.

Ecco quindi che intervengono le due diverse famiglie di teorie:
1) La materia oscura è in grado di supportare un'espansione continua.
2) la materia oscura non è sufficiente.

Nel primo caso l'Universo continuerebbe ad espandersi, le galassie si allontanerebbero sempre di più tra loro, il calore generato dal Big bang andrebbe scemando, l'Universo diventerebbe sempre più freddo e invivibile per qualsiasi essere, le stelle una volta finito il carburante smetterebbero di esistere.

La seconda ipotesi è leggermente più complicata: le possibilità sono due ed occorre fare un esempio.
Immaginiamo di avere un pezzo di pongo e di tirarlo sempre di più in ogni suo punto, ad un certo punto si frammenterà in migliaia di pezzi che si allontaneranno tra loro, se l'Universo dovesse raggiungere una velocità di espansione tale da non permettere alla materia di seguirlo (una velocità simile a quella della luce per intenderci) questo è ciò che accadrebbe a pianeti, galassie e stelle, si sgretolerebbero fino a diventare atomi sparsi che si allontanano sempre di più. Questa teoria prende il nome di Big Rip, grande strappo, poiché alla fine la stessa struttura dell'Universo arriverebbe a strapparsi.

La seconda possibilità della seconda famiglia è invece quella del Big Bounce, il grande rimbalzo.
L'universo arriva ad un punto di espansione tale che la sua struttura non è in grado di reggerlo, come se una persona ingrassasse al punto che le sue gambe non lo reggono in piedi. L'intero cosmo collasserebbe su se stesso e si ritirerebbe, fino a restringersi a tal punto da tornare ad essere un puntino, la pressione diventerebbe tale da provocare un nuovo big bang.



Ulteriori esperimenti del CERN ci forniranno nel prossimo decennio le risposte che cerchiamo?

venerdì 22 marzo 2013

Quanto è grande la stella più grande? Ecco il video!

Rappresentazione del Sole e della fascia degli asteroidi
Le stelle sono corpi immensi, basti solo considerare che il Sole, se messo a confronto con la Terra in proporzione sarebbe un pallone da spiaggia messo a confronto con un pisello.
E se vi dicessi che il Sole è una delle stelle più piccole dell'Universo? Ebbene si: il Sole è piccolissimo.
In un articolo apparso su Focus un'equipe di astrofisici britannici ha rilasciato un articolo in cui mostra la stella più grande della nostra galassia.
Si chiama VY Canis, ed è osservabile dalla Terra, è la stella più luminosa della costellazione del cane.

La sua massa? Circa 2600 volte quella del Sole.
Il suo diametro?  8672400000 km.

Gli psicologi tuttavia affermano che la mente umana non è in grado di comprendere i grandi numeri, motivo per il quale credo che un piccolo video dimostrativo sia la spiegazione migliore.
Vi consiglio di gustarvelo tutto, sia perchè ha una colonna sonora impagabile, sia perchè è molto poetico dall'inizio alla fine.

In caso non si aprisse ecco il Direct link




Oggi giornata mondiale dell'acqua: tutti noi possiamo fare qualcosa.

Questo blog si occupa prevalentemente di diffondere nuove teorie scientifiche e di informare sulle stranezze della natura.
Oggi tuttavia mi sono sentito in dovere di fare del bene in modo diverso. Se qualcuno di voi non lo sapesse, oggi è la giornata mondiale dell'acqua.

Il 72% del pianeta Terra è coperto di acqua, di questa il 10% circa è potabile al 100%.
Tuttavia nel mondo ancora oggi ben un miliardo di persone (una su sette) soffre la sete.
Tutti quanti possiamo dare il nostro contributo: ad esempio firmando una petizione online, col quale il parlamento europeo renderà pubblica per sempre l'acqua, fermando così la possibilità di privatizzazione da parte di tutti gli stati membri.

A questo sito

Oppure accedendo al sito di We are water, per ogni accesso infatti il gruppo QC TERME donerà un euro per progetti legati alla costruzione di pozzi in Africa.

La mia battaglia è principalmente quella per la diffusione della scienza, ma oggi nel mio piccolo speravo di fare del bene in altro modo. Grazie per l'attenzione.



Una nuvola in una stanza: quando l'arte incontra la scienza

Bella non è vero? Per quanto possa sembrare un fotomontaggio o un'illusione ottica, vi assicuro che il vostro apparato visivo funziona alla perfezione!

Si chiama "Nimbus- una nuvola da stanza" ed è un'opera di Berdnaudt Smilde, un artista olandese famoso per le sue opere particolari.

Smilde adora ricreare fenomeni naturali e manifestazioni meteorologiche in ambienti chiusi.

La nuvoletta, è stata ottenuta bilanciando alla perfezione umidità, temperatura e miscele di gas all'interno della stanza. Nei giorni di sole i raggi di luce la colpiscono creando effetti meravigliosi.

Un giorno un mio professore disse che quando chimica ed ingegneria collaborano tra loro compiono cose meravigliose. Devo dire che però anche le interazioni di arte e scienza non sono male.

Qui trovate una Fotogallery

giovedì 21 marzo 2013

Guerra del futuro: la NATO scrive le nuove leggi della cyberguerra

Che la guerra sia un brutto affare tutti lo sappiamo, la NATO fin dal suo esordio ha sempre operato per il bene del mondo (Stati Uniti?). Le leggi redatte dalla NATO sono sempre quindi state tese a migliorare l'ordine mondiale e tutti gli stati del blocco occidentale hanno accettato di sottoporvisi (dai non prendiamo i in giro, la guerra fredda non è mai finita, il nemico si chiama solo Cina e non più URSS).

in seguito ad una serie di attacchi informatici su larga scala, non ultimi quelli che avevano minato la sicurezza di Apple, oppure gli attacchi degli Stati Uniti ai sistemi informatici delle centrali nucleari iraniane, e all'attacco "epocale" subìto dalla Corea del Sud alle sue banche e televisioni (sarà stata la Cina?), la NATO ha deciso di stilare delle leggi in materia di quella che viene definita cyberguerra:

Il manuale prescrive che gli attacchi informatici debbano anzitutto evitare obiettivi civili sensibili comeospedalidigheargini centrali nucleari. E invita tutti i governi ad adottare contromisure adeguateper proteggersi da eventuali attacchi di paesi ostili. Misure che, in ogni caso, non devono comportare l'uso della forza armata, a meno che il cyber-attacco non abbia provocato la morte di civili o danni significativi alle cose. Gli autori delle regole temono che, in futuro, gli attacchi informatici possano scatenare vere e proprie guerre su larga scala, e hanno stabilito che i cybercriminali siano consideratiobiettivi militari legittimi

Insomma, parafrasando ed adattando una citazione di Einstein: "la terza guerra mondiale sarà combattuta con i computer e le bombe atomiche, la quarta con pietre e bastoni".

mercoledì 20 marzo 2013

Grandi scienziati: Galileo Galilei e le sue scoperte.

« La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto. »

Con queste parole lo scienziato italiano sintetizzava il nuovo pensiero cui presto avrebbe dato i natali, il pensiero che nulla è reale o irreale finchè non è dimostrabile.
Fondatore del moderno sapere e del metodo scientifico, Galileo Galilei fu un astronomo e pensatore di prim'ordine.
Lottò tutta la vita contro quello che all'epoca veniva chiamato il principio dell'Ipse dixit, ovvero il principio che si potrebbe sintetizzare in questo modo: "se lo disse Aristotele allora è vero". Che aveva contraddistinto tutta una serie di pensatori occidentali, influenzati anche dal cristianesimo.

Insieme a scienziati e intellettuali del calibro di Niccolò Copernico, Keplero, Giordano Bruno; inaugurò una nuova visione del cosmo, in cui non è più la Terra a girare intorno al Sole ma il contrario.
Studiò per tutta la sua vita la composizione della Luna e del Sole, effettuò approfondite osservazioni della Via Lattea e individuò i quattro satelliti di Giove.

Fu il primo ad ipotizzare il vuoto assoluto, e a calcolare il peso dell'aria. Eseguì approfondite ricerche di meccanica ed ipotizzò che la resistenza dei materiali potesse essere data da elementi più piccoli del visibile (anni dopo li chiamiamo atomi). Lavorò sulla meccanica, tentando di comprendere le leggi alla base del movimento. Si era attribuito la missione di condurre il mondo fuori dai secoli di barbarie che lo avevano contraddistinto.

Sottoposto all'inquisizione e alla pubblica vergogna dalla Chiesa Romana, Galileo fu costretto sotto minaccia di morte ad abiurare e rigettare pubblicamente tutte le sue teorie.

Morì in povertà ad Arcetri nel 1642, assistito dagli unici amici rimastigli accanto, Evangelista Torricelli e Viviani.

Ad oggi il nome di Galileo Galilei è stato riabilitato dalla Chiesa, Giovanni Paolo II chiese pubblicamente scusa e accettò le teorie di Galilei nel 1992. L'apporto di questo grande uomo alla scienza fu inestimabile.



martedì 19 marzo 2013

La supernova Keplero: la "bomba atomica" della nostra galassia.

Keplero ci perse letteralmente il sonno, gli scienziati ne sono appassionati. SN-1604 venne osservata per la prima volta da Keplero nel 1604 d.C.
Le supernove sono stelle che hanno finito il proprio carburante interno, a causa di questo la loro struttura collassa e ne provoca una esplosione immensa, che proietta nello spazio materiali come cobalto, ferro, nichel alla velocità di migliaia di chilometri al secondo.
Keplero non poteva saperlo, e la scambiò per una stella luminosissima. Gli scienziati del tempo scrivono che la sua luce fu visibile per ben 18 mesi, e che arrivò a competere in luminosità con tutte le altre stelle.
Si tratta di una stella esplosa ben 18.000 anni fa, al cui centro molto probabilmente si trova un buco nero in formazione, ed è una delle poche supernovae osservabili nella Via Lattea.

Voi lo sapevate che l'esplosione di supernovae è l'unico modo che esiste in natura per creare i metalli pesanti come ferro, cobalto, iridio, nichel e mercurio?
Semmai qualcuno di voi incontrasse un minatore, gli dica che il suo lavoro è estrarre polvere di stelle. Forse il suo lavoro gli sembrerà più appassionante!

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lunedì 18 marzo 2013

La pianta carnivora intelligente

Si chiama Nepenthes khasiana, ed è una particolare specie di pianta carnivora. Particolare perchè utilizza un metodo tutto suo per attirare le prede. 
Gli scienziati avevano osservato che tale pianta era piuttosto letale, il tutto senza emettere particolari ormoni o molecole appetibili agli insetti di cui si ciba. Il mistero è stato successivamente svelato.

Bioluminescenza.
La pianta attraverso la bioluminescenza emette una particolare gamma di raggi (invisibili all'occhio umano) che attirano mortalmente le mosche ed altri insetti, che vanno ad infilar si nelle bocche della pianta e vengono digerite.

Non so voi ma io a questa pianta di il premio di vegetale più intelligente del mondo.

Realizzata una retina artificiale biocompatibile: entro cinque anni restituiremo la vista a tante persone.

E' stata realizzata in Italia la prima retina artificiale fatta con materiali organici e quindi biocompatibili. Funziona come una minuscola cella solare ed è stata messa a punto dal gruppo di ricerca coordinato da Fabio Benfenati, dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) a Genova. La retina artificiale, descritta sulla rivista Nature Photonics, è stata testata in laboratorio ma già si sta lavorando alla sperimentazione animale e se tutto va bene, osserva Benfenati, fra 3-5 anni si potrebbero avere i primi studi pilota sull'uomo.

Il nuovo materiale, chiamato P3HT, a base carbonacea, è simile alle proteine deputate alla ricezione della luce contenute nella retina dell'occhio. Le prospettive sono quindi quelle di poter restituire la vista a tutte quelle persone che l'hanno perduta a causa di gravi danni alla retina, senza gli inconvenienti delle attuali protesi retiniche, basate sul silicio.

La sperimentazione sui ratti sta dando grandi risultati, i ricercatori (tutti italiani) hanno dichiarato che nel giro di tre o cinque anni si potrà passare alla sperimentazione sugli esseri umani.

domenica 17 marzo 2013

Quando il magistrato ha diritto di vita e di morte: Balduzzi salvi Sofia!

Volevo fare luce su un caso che negli ultimi tempi ha colpito l'opinione pubblica italiana: il caso della piccola Sofia, una bambina malata di Leucodistrofia metacromatica.

La Leucodistrofia metacromatica è una malattia neurodegenerativa da accumulo lisosomiale, ovvero data da un accumulo di sulfatidi. Sofia è molto sfortunata perchè la malattia è di tipo autonomi o recessivo, ovvero con una piccolissima possibilità che si manifesti.
La malattia attacca la guaina mielinica, ovvero la guaina in cui vengono trasmesse le informazioni del sistema nervoso. La malattia porta diverse lesioni del cervello, con ripercussioni oftalmologiche, decadimento cognitivo, difficoltà di deambulazione e perdita dell'uso della parola, fino alla cessazione delle funzioni biologiche del paziente.
Non esistono cure riconosciute dalla comunità scientifica, al momento è allo studio il trattamento con cellule staminali.

Le cellule staminali sono cellule particolari, ovvero in grado di trasformarsi in cellule appartenenti a qualsiasi tessuto, una sorta di "cellula jolly". Il trapianto di cellule staminali ha mostrato miglioramenti esponenziali su diversi pazienti che si sono offerti per la sperimentazione.

Per la povera Sofia la luce alla fine del tunnel era ben visibile, si chiamava metodo Vannoni, ovvero un metodo sperimentale per il trattamento con cellule staminali. Dopo un primo ciclo però è arrivato lo stop della magistratura, il metodo è considerato pericoloso.

Lo sdegno delle Iene ha smosso la situazione. Staremo a vedere. Un piccolo pensiero: la piccola Sofia è destinata a morire nel giro di massimo tre o quattro anni, le staminali non si sono mai dimostrate pericolose. Mi chiedo se per caso non sia in pericolo lo strapotere delle case farmaceutiche. Possibile che Sofia sia l'ennesimo agnello sacrificale sull'altare del guadagno smisurato?

Il fungo che trasforma le formiche in zombie

Si tratta di una particolare specie di fungo, che infetta in modo parassitario vari insetti, tra cui grilli, vespe e mosche.
Questo parassita infetta il corpo del proprio ospite, dopodichè si installa nella testa e da li controlla l'infetto, costringendolo a spostarsi fino a quando non trova un terreno particolarmente adatto a riprodursi, a quel punto uccide l'insetto. I cadaveri possono infettare altri individui sani, e diffondere il morbo "zombie".

Negli Stati Uniti gli scienziati già usano una particolare specie di mosca, che depone le proprie uova nelle formiche di fuoco, le quali si trasformano in larve e controllano il sistema nervoso della formica, cibandosi del cervello.
Una volta che il parassita si è formato decapita l'ospite e se ne va.
Questo uso è autorizzato dal governo americano per far fronte al pericolo delle formiche di fuoco, che stanno sterminando tutte le altre specie di formiche americane.

La scoperta è recente e già ci si chiede se per caso un giorno non verrà scoperto un fungo con lo stesso effetto sulla mente umana.

Come le nanotecnologie miglioreranno la nostra vita


Per nanotecnologie intendiamo quelle tecnologie che utilizzano elementi modellati su dimensioni inferiori al micron (100 volte inferiori al millimetro). La ricerca è appena agli inizi, e unita alla scoperta delle proprietà di nuovi materiali, quali il grafene apre all'umanità frontiere inimmaginabili fino ad oggi, le applicazioni sono infinite ed al momento siamo in grado di elencarne solo alcune.

Purtroppo l'Italia, sopratutto per quanto riguarda le sue frange religiose è uno dei paesi che più si è opposto all'avvento delle nanotecnologie, ma anche qui le cose si muovono.

Le applicazioni dicevamo: spaziano in qualsiasi campo e promettono grandi risultati.

In medicina ad esempio possono essere utilizzate per immagazzinare elementi di chemioterapia per poi rilasciarli direttamente sul tumore, eliminando gli effetti devastanti che tali trattamenti hanno sul malato.
Allo studio diverse microspugne in grado di immagazzinare al proprio interno le polveri sottili e la anidride carbonica prodotta dalle auto e dalle fabbriche, per pulire l'aria delle grandi metropoli.
Ci si aspetta una forte influenza della nanochimica sul trattamento di acque sporche, purificazione dell'aria, e dispositivi di immagazzinamento di energia. Metodi chimici o meccanici possono essere utilizzati per tecniche di filtrazione efficace.
Le nanotecnologie permetteranno tessuti e cavi più resistenti da usare nell'industria.
La creazione di alimenti fortemente nutritivi, in grado di risolvere il problema della fame nel mondo.
Nuovi sistemi nella produzione di energie, creazioni di superfici autopulenti.

Ciò che maggiormente spaventa sono però le applicazioni militari, come ad esempio la possibilità di creare nanorobot in grado di spiare territori nemici. Gas altamente mortali, forte riduzione nei costi della produzione degli armamenti.

Le sfide che ci attendono sono enormi e siamo solo all'inizio, tuttavia gli stati più all'avanguardia nel settore già sviluppano dei codici di regolamentazione delle nanotecnologie.
D'altronde anche Nobel creò la dinamite con il preciso scopo di rendere la vita in miniera più semplice per i minatori, furono poi persone senza scrupoli a rendere letale questa invenzione.
La speranza è che le regolamentazioni siano fatte nel reale interesse dell'umanità.

Le tre foto della settimana/ 3 Photos of The week

Banchina di ghiaccio.
Eruzione vulcanica con tempesta
Visione di Saturno se fosse distante quanto la Luna
In allestimento la fotogallery di scienza e astronomia: Guarda le prime foto

In risposta all'ignoranza: filosofia scientifica in pillole.

Forse la domenica mattina i fumi del sabato sera stimolano in me riflessioni profonde, oppure nella uggiosa mattina di Torino guardare la neve che scende mi spinge a volare con la mente.

Come fossimo davanti ad un caffè in qualche bar di Torino, che vi assicuro sono ancora frequentati da filosofi ed intellettuali, manco fossimo nel diciannovesimo secolo, vorrei discutere oggi di un argomento che mi sta a cuore: l'ignoranza. Mi spiego meglio:

Tempo fa, quando ancora ero un giovane studente al liceo scientifico mi capitò di partecipare ad una conferenza sulle nanotecnologie, tenuta in modo semplicemente brillante. L'ingegnere che la teneva, docente del Politecnico di Torino, in risposta alla domanda qualunquista di un partecipante, che aveva chiesto che utilità avesse investire in nanotecnologie quando nel mondo si moriva di fame, non si era scomposto ed aveva semplicemente risposto: " Quando Faraday (scopritore delle interazioni tra campo elettrico e campo magnetico) mostrò le proprie scoperte al ministro delle finanze inglese esso gli chiese quale fosse l'utilità di tutti quei giocattolini e lo scienziato rispose che un giorno egli avrebbe messo delle tasse sulle invenzioni derivanti da quelli che lui chiamava giocattolini. Oggi lei usa telefoni e tablet derivanti da applicazioni di scoperte che furono giudicate inutili a loro tempo."

Qualche settimana fa qualcuno su un blog simile al mio scriveva "siamo solo degli arroganti! Smettiamo di voler capire l'Universo e usiamo i soldi per cose utili!".

Ora io dico: a questo punto eliminiamo ogni sport, fa spendere soldi inutilmente. Eliminiamo i nostri animali domestici, mangiano cibo senza produrne. È così via....
Un monito a tutti voi signori: alzate lo sguardo e cercate sempre di guardare più in la di dove arriva il vostro naso, ciò che un tempo sembrava inutile oggi ci rende la vita migliore!

sabato 16 marzo 2013

Nuove scoperte: il tirannosauro non era un grande predatore!

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Come morirà il pianeta Terra

Un mostro alto 5 metri e lungo 13 per sei tonnellate di peso.
Una mascella composta di quasi 60 denti di lunghezza variabile tra i dieci ed i trenta centimetri in grado di sviluppare una pressione di circa quattro tonnellate di peso, sufficiente a tagliare come fosse carta velina lo sportello di un furgone portavalori.

Nell'immaginario collettivo il Tirannosaurus-Rex è il vero dominatore del mondo dei dinosauri, circa 60 milioni di anni fa si impose come il predatore più potente del mondo.

Tuttavia gli scienziati hanno avanzato alcune precisazioni: il tirannosauro non era un grandissimo predatore. Gli arti anteriori erano praticamente inutili, quelli posteriori troppo corti e poco muscolosi per la grande struttura fisica, inoltre gli conferivano un'andatura dinoccolata ed una velocità massima di circa 15 km/h, che non poteva comunque sostenere a lungo.

Gli scienziati per lungo tempo si sono chiesti come fosse possibile che molti scheletri di erbivori recassero incisioni da denti di questo predatore. Negli ultimi tempi alcuni ritrovamenti hanno dato la risposta:

Pare che i cuccioli di tirannosauro avessero una struttura muscolare simile a quella degli adulti per quanto riguarda gli arti inferiori, a fronte però di dimensioni ridotte (circa un quinto del peso al compimento del primo anno di età). Ciò permetteva ai piccoli di spostarsi con agilità, caratteristica che veniva sfruttata dai branchi (esatto, si è scoperto che vivevano in branchi!) per cacciare.

La tecnica di caccia ricordava leggermente quella delle leonesse al giorno d'oggi: gli adulti si disponevano nel folto dei boschi, mandando avanti i più giovani, che inseguivano le prede e le dirigevano tra le fauci degli adulti. Alla fine della caccia il clan si divideva i frutti del lavoro.

La scoperta è recente ed è uno dei pochi esempi di cooperazione all'interno della famiglia dei rettili nella storia dell'evoluzione.


venerdì 15 marzo 2013

Scoperte forme di vita "aliene" nei fondali oceanici

È quanto risulta da uno studio pubblicato sulla rivista Science e coordinato da Mark Leva, dell'università americana della North Carolina.

Gli scienziati hanno eseguito alcune trivellazioni del fondale oceanico, dopo che Leva, analizzando alcuni campioni aveva rinvenuto alcune molecole di metano.

L'ipotesi era che tali molecole non fossero dovute alla decomposizione di plancton ed altri microorganismi, ma che fosse frutto della sintesi di esseri procarioti. 

La scoperta fatta da Leva è andata oltre ogni aspettativa.
Sono stati scoperti microorganismi che basano il proprio metabolismo sulla trasformazione dell'idrogeno in ossigeno (anzichè dell'anidride carbonica come avviene in superficie).
Altri ancora sintetizzano solfati mentre molti producono metano o provocano processi di fermentazione.

La bontà di tale scoperta è il fatto che dimostra come la vita non deve basarsi necessariamente sull'ossigeno, e sulla anidride carbonica. Nuove frontiere si aprono per la ricerca di vita su altri pianeti, e si aspetta di scoprire quali applicazioni possano avere questi organismi nell'immediato.

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Andromeda e la nostra galassia si scontreranno! / Our galaxy is going to crash with Andromeda!


Si tratta di un fenomeno che ridisegnerà profondamente le due galassie più grandi di questa zona dell'Universo, il destino del Sistema Solare stesso sarebbe in discussione: chi propende per un "tranquillo" riassestamento del Sole e dei suoi pianeti in un'altra zona della Galassia, chi invece assicura che verremo sbalzati fuori dalla Via Lattea, galleggiando nello spazio intergalattico per millenni prima di rientrare nella nostra nuova posizione.


Ciò che è certo è che non ci riguarda. Il fenomeno si verificherà infatti tra 4 miliardi di anni, la Terra tra poco più di un paio di miliardi di anni sarà già inabitabile e ridotta ad un ammasso di rocce fumanti e inadatte alla vita. Più che di scontro si dovrebbe parlare di aggregazione, in quanto solo poche stelle si scontreranno tra di loro, semmai i due buchi neri si fonderanno e formeranno un unica galassia.

Andromeda non è nuova a questi fenomeni in quanto pare che già diversi miliardi di anni fa avesse "assorbito" un'altra galassia, ora nel mirino ha la nostra, e si avvicina al ritmo di 120 km/s.




La NASA ha anche creato diverse simulazioni del fenomeno: Guarda il video

giovedì 14 marzo 2013

Marte supportava la vita: risultati dalla sonda Curiosity.

Il 6 Agosto scorso la sonda della NASA Curiosity atterrava in un cratere del pianeta rosso per analizzare quello che si ipotizzava essere un antico letto di un fiume..... Leggi articolo completo

mercoledì 13 marzo 2013

Il buco nero più veloce dell'Universo

Si trova letteralmente ai limiti delle leggi della fisica il buco nero osservato dagli astronomi.
Dista 60 milioni di anni luce da noi ed è un cosiddetto buco nero supermassivo, ovvero un buco nero di dimensioni eccezionali.

A rendere interessante questo buco nero però non è la sua enorme massa, ma la sua velocità di rotazione, vicinissima a quella della luce.

"La parte più interessante di questa scoperta riguarda le possibilità che apre. Possiamo ora verificare la teoria della relatività generale in condizioni estreme, in una regione in cui il campo gravitazionale è enorme e le proprietà dello spazio-tempo intorno a esso sono radicalmente diverse dal caso standard newtoniano" hanno dichiarato gli scienziati dell'Harvard-Smithsonian center.

Questo buco nero in particolare ha una massa di circa 2 milioni di volte superiore a quella del Sole, con un diametro di circa 3 milioni di km.

I buchi neri supermassivi giocano un ruolo importante nell'evoluzione delle galassie.

"Nel processo di formazione, le stelle gettano gas nel buco nero, aumentandone la massa. Ma la radiazione prodotta da questo accrescimento riscalda il gas della galassia, impedendo la formazione di ulteriori stelle", hanno detto gli astrofisici. "Così i due eventi: l'accrescimento del buco nero e la formazione di nuove stelle, interagiscono tra di loro".

Conoscere la velocità di rotazione dei buchi neri può anche aiutare a far luce sull'evoluzione dell'intero universo. "Con una conoscenza migliore della rotazione media delle galassie 

di diverse età", spiegano, "possiamo seguire la loro evoluzione in maniera più precisa".

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Scoperto l'antenato di tutti i mammiferi.

Gli scienziati hanno recentemente scoperto l'antenato di tutti i mammiferi placentati, ovvero di tutti quei mammiferi dotati di placenta. Sarebbe comparso sulla Terra insieme ai dinosauri, si trattava di un piccolo roditore, di abitudini notturne ed insettivoro.
Non superava i 200 grammi ed era alla base della catena alimentare.

Le sue piccole dimensioni non gli permettevano certo una grande possibilità di sopravvivere in un mondo popolato da giganti, tuttavia il nostro antenato seppe adattarsi alla vita notturna e imparò a scavare tane nel sottobosco della Pangea.

A rendere pubblica la scoperta la rivista Science, che afferma che la scoperta "permette di far luce sull'evoluzione dei mammiferi".
Gli studiosi affermano che il nostro progenitore sarebbe uno dei rappresentanti di quel 25% di specie totali che si salvarono dall'estinzione in seguito agli sconvolgimenti climatici subiti dal pianeta.

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martedì 12 marzo 2013

10 cose che non sapevi sulla Luna

Ecco 10 cose che non sapevate sulla Luna.
Dopo aver iniziato il nostro viaggio all'interno del Sistema Solare, Alla scoperta del Sole, il secondo passo sarà scoprire la Luna, successivamente andremo a scoprire tutti i pianeti e la nostra galassia. Ma ora bando alle ciance ed ecco i 10 fatti più interessanti sul nostro romantico satellite:

1) è in rotazione sincrona con la Terra, questo significa che ne vediamo sempre la stessa parte.

2) Solo il 60% della sua superficie è visibile dalla Terra.

3) I piccoli buchi osservabili sono crateri da impatto di vari meteoriti, i più piccoli hanno 1km di diametro, il più grande è profondo 8 km e di 2.500 km di diametro (meno male che quel meteorite non ha colpito la Terra). Questi crateri sono in tutto più di 300.000, tale frequenza nell'impatto con asteroidi è dovuta al fatto che essi non bruciano mentre scendono sulla Luna, poichè essa non ha atmosfera.

4) La sua distanza da noi è esattamente 1/400 rispetto alla distanza Terra-Sole, tuttavia la sua circonferenza è esattamente 400 volte più piccola di quella del Sole. Questo rende possibili le eclissi totali solari.

5) la sua massa è un quarto di quella terrestre.

6) anticamente si credeva fosse un pianeta, molti scienziati e filosofi si chiedevano se la sua faccia oscura fosse abitata.

7) Un tempo si credeva che le superfici scure fossero dei mari, in realtà si tratta di depositi di regolite, un minerale di colore blu scuro.

8) non avendo venti che la spazzano molto probabilmente le impronte di Neil Armstrong rimarranno sulla Luna per milioni di anni.

9) la Luna si sarebbe originata dall'impatto del pianeta Theia con la Terra miliardi di anni fa, i frammenti del nostro pianeta vennero "sparati" nello spazio, successivamente si riaggregarono e formarono un satellite.

10) Esperimenti dimostrano che alcuni batteri possono sopravvivere anche sulla Luna.

lunedì 11 marzo 2013

Come si estinsero realmente i dinosauri?

Fame? Asteroide? Glaciazione?
Come si estinsero i dinosauri realmente?
Gli scienziati hanno deciso di dare una risposta definitiva a questa domanda, e hanno quindi profuso molte forze in questo senso. Sono arrivati ad una conclusione:

La nube di Oort.
Si tratta di una nube di ghiaccio e roccia che circonda il sistema solare, una fascia concentrica larga 1,3 anni luce, resti della nube che miliardi di anni fa creò il Sole ed i pianeti intorno a lui.
In questa nube si "assemblano" continuamente nuove comete ed asteroidi.

Il viaggio finale
Una di queste comete sarebbe stata fermata dalla forza di attrazione gravitazionale del Sole, iniziando a gravitargli intorno, a metà tra la stella e la Terra.
Ogni volta che questo corpo si avvicinava al pianeta subiva un cosiddetto "contraccolpo gravitazionale", ovvero un particolare momento in cui, data la vicinanza la forza di attrazione della Terra risultava più forte, modificando l'ellisse della cometa. Nel giro di centinaia di migliaia di passaggi l'asse del suo percorso si spostò lentamente verso la Terra.


L'impatto
Fu inevatabile.
Un asteroide di circa un km di diametro si schiantò sulla Terra a migliaia di km al secondo di velocità.
Si generarono incendi su tutto il pianeta, che uccisero nel giro di poche ore la maggior parte degli animali che non trovarono rifugio nelle loro tane.
In sostanza tutte le creature più piccole sopravvissero, quelli che vivevano in zone lontane da quella d'impatto probabilmente ebbero tempi difficili a causa dell'aumento di temperatura, ma nel giro di qualche tempo la situazione si stabilizzò.
I giganti della Terra, che avevano regnato sul mondo per 150 milioni di anni si estinsero. Il loro posto fu preso dai mammiferi, più piccoli ma più adattabili e più intelligenti.

domenica 10 marzo 2013

Come morirà il pianeta Terra?


Alla faccia dei Maya che avevano previsto la fine del pianeta Terra nel 2012 (e di chi invece ne parla già per il 2036), volevamo illustrarvi come REALMENTE verrà distrutta la Terra:

Tutto parte da lontano, da ben 150 milioni di km da noi, dal Sole. Esattamente come la nostra stella ci da la vita, tra 4,5 miliardi di anni sarà lei a togliercela (sempre che inverosimilmente l'umanità non si sia già estinta).

Quando il Sole infatti finirà il proprio carburante, subirà un implosione (collasso gravitazionale), tale che l'aumento di pressione interna innescherà dei processi di fusione dell'idrogeno negli strati esterni, tutto l'idrogeno all'esterno del Sole si infiammerà ed esso si espanderà fino a diventare 100 volte più grande di quanto è ora.

La maggior parte dell'acqua sulla Terra evaporerà, i gas che compongono l'atmosfera verranno spazzati via e l'ossigeno verrà disperso nello spazio.
Nel giro di pochi giorni, un muro giallo di fuoco completerà l'apocalisse. La Terra scomparirà e verrà inglobata dal Sole, scomparendo per sempre dall'universo.

Di noi non resterà nulla.

La nebulosa dell'amore, anche l'Universo può essere romantico.

Si chiama nebulosa della Rosa ed è sicuramente la formazione più romantica di tutto l'Universo.
Romantica se ovviamente non guardiamo alla sua storia precedente, che come al solito nell'Universo ci racconta di distruzione e reazioni violente. 

Dista esattamente 980 anni luce dalla Terra e si originò milioni di anni fa dalla morte di una piccola stella rossa (una stella poco meno grande del Sole), che esplose proiettando i propri involucri di metallo intorno a se.

Essendo troppo piccola non è diventata un buco nero, ma una cosiddetta nana bianca, ovvero un nucleo caldissimo che raffredda lentamente, fino a diventare nera. La stella si trasforma quindi in un asteroide normalissimo, che viaggia nello spazio.

La forma è certo particolare e suscita molta ammirazione, la stella esplosa è ancora visibile (si tratta del puntino bianco al centro della zona blu della nebulosa), e mostra ancora una volta a cosa vanno incontro le stelle quando finiscono il loro ciclo stabile.

sabato 9 marzo 2013

Come nascono i buchi neri? Cerchiamo di spiegarlo in modo semplice.

In un prossimo articolo spiegheremo che cosa sono i buchi neri, per ora concentriamoci sul capire come nascono:
Rappresentazione di una supernova.



Tutto parte da una Supernova, ovvero una stella dalla massa almeno otto volte superiore al Sole che finisce il proprio ciclo vitale.
Una stella brucia l'idrogeno al proprio interno, che venendo compresso dagli strati esterni più pesanti si surriscalda e viene consumato attraverso reazioni termonucleari.
La forza che genera tale reazione sostiene il peso degli involucri esterni, ma quando l'idrogeno finisce    Gli strati esterni "stropicciano" la struttura della stella, ovvero essa collassa. Se dovessimo fare un esempio potremmo dire che una stella è come un uomo che tiene sollevato un masso, una volta esaurite le forze sarà costretto a lasciarlo cadere.
La nebulosa del granchio si originò dall'esplosione di una
supernova, osservata in Cina nel 1054.

Una volta collassata la stella implode e nel giro di pochissimo la pressione cui è sottoposta provoca un surriscaldamento intenso, cui segue un'esplosione distruttiva, tanto che i metalli creatisi da tali reazioni vengono sparsi per l'Universo.

Al posto della stella rimane il nucleo "schiacciato", con una densità tale che se dovessimo fare un paragone sarebbe come stipare un elefante nello spazio di una capocchia di spillo.

Essendo così denso tale punto ha una gravità altissima, ed inizia quindi ad attrarre tutto ciò che gli sta intorno, immagazzinando materia e "schiacciandola", tale punto si allarga sempre di più, aumentando la sua forza di gravità.

Quando l'attrazione gravitazionale diventa fortissima, si crea un vortice tale che nemmeno la luce è in grado di sfuggire.

Il buco nero inizia così la sua opera di distruzione dell'Universo.

L'alga che vive rubando il DNA!

Si tratta di una scoperta molto curiosa, che dimostra ancora una volta come la vita trovi il modo di fiorire in ogni ambiente, anche il più ostile.

La Galderia sulphuraria è un organismo che vive prevalentemente intorno alle solfatare o nei geyser, in ambienti molto salati o acidi (con un ph che varia da 0 a 4) ed è uno dei cosiddetti organismi estremofili. Ovvero quelle forme di vita che vivono in ambienti estremi.
Questa alga rossa è molto affascinante per un motivo: ruba dai batteri e dagli organismi che convivono con lei le informazioni genetiche di cui necessità per sopravvivere. Questo è ciò che afferma una ricerca pubblicata dalla rivista Science.

Le alghe sono organismi eucarioti (ovvero di tipo complesso rispetto ai batteri e altre forme di vita unicellulari) e di conseguenza la loro evoluzione dovrebbe avvenire nel corso delle generazioni tramite alterazioni funzionali delle proprie cellule. Si è osservato invece che l'alga trasferisce dai batteri a lei vicini le informazioni genetiche di cui necessità per meglio evolversi, e le integra nel proprio codice genetico.

Tutto ciò ha permesso alla Galdieria Sulphuraria di diventare un organismo dominante all'interno della propria nicchia geologica, potremmo quasi definirla "l'imperatrice dei geyser e delle acque avvelenate" poichè in ambienti ricchi di metalli o di sali tali organismi arrivano a comporre circa il 90% degli organismi viventi (detti biomassa) e la totalità (o quasi) degli organismi eucarioti.

La scoperta è semplicemente emozionante e ha aperto nuove frontiere nello studio dei meccanismi dell'evoluzione.



venerdì 8 marzo 2013

Foto della settimana. Le migliori tre foto dallo spazio profondo.

Dopo solo una settimana dalla nascita del blog in molti mi avete riempito di complimenti e avete partecipato attivamente a delle discussioni. Per me è un grande onore e spero di poter continuare ad offrirvi articoli interessanti, e far nascere in qualcuno il piacere della scoperta scientifica ed astronomica.

Per dimostrare che penso a voi lettori e che apprezzo il vostro interesse ho deciso di farvi un piccolo regalo: ogni settimana pubblicherò tre foto splendide dallo spazio, nella speranza di trasmettere ancora di più a qualcuno di voi la passione per l'astronomia!

Ecco allora le prime cinque foto:


Vista di nebulosa dalla terra.









Galassia M-51 (detta anche Whirlpool).












Nebulosa della Rosa







A 4 anni dal lancio della sonda Kepler la NASA tira le somme: i risultati sono strabilianti. Centinaia di pianeti uguali alla Terra.

La sonda Kepler
Gli scienziati della NASA tirano le somme della missione spaziale della sonda Kepler, lanciata quattro anni.
Si tratta di un apparecchio dotato di un fotometro in grado di monitorare le immagini provenienti da ben 145.000 stelle in un cono visivo della lunghezza di 2.000 anni luce.

La sonda ha fotografato ed analizzato la Via Lattea nei dintorni del nostro sistema solare, scoprendo ben 2.165 sistemi binari di stelle (Se vuoi sapere cosa sono i sistemi binari di stelle leggi questo articolo) e 138 pianeti, di cui molti simili alla Terra e nella zona diabitabilità.
foto di una galassia simile alla nostra. Al centro un buco nero supermassiccio
altri 2740 corpi sono sotto analisi ed hanno grosse possibilità di essere riconosciuti come pianeti simili alla Terra.

Secondo gli scienziati dalle fotografie della sonda Kepler saremmo in grado di stimare il numero di pianeti uguali alla Terra in grado di supportare anche la nostra vita all'interno della Via Lattea.
Se le proporzioni tra ciò che si è potuto osservare e la grandezza della nostra galassia rimangono tali, il numero di pianeti uguali alla Terra supererebbe i 17 miliardi!